Non solo la vita utile residua tecnica, ma anche quella economica, spesso più breve, degli immobili deve essere riconosciuta dalle autorità fiscali. Questo è stato chiarito dalla Corte fiscale federale nella sentenza del 28 luglio 2021 (caso di riferimento IX R 25/19). Di conseguenza, le opportunità di risparmio fiscale per i locatori potrebbero aumentare enormemente in futuro.
Nicolas Salcedo, fondatore della piattaforma di valutazione www.nutzungsdauer.com, è soddisfatto della sentenza. "La maggior parte degli investitori immobiliari privati non aveva nemmeno preso in considerazione le opzioni di ammortamento ridotto fino ad ora. La nuova sentenza fornisce certezza giuridica e incoraggia i contribuenti a informarsi sull'effettiva vita utile dei loro immobili".
In linea di principio, la porzione di edificio degli immobili in affitto può essere ammortizzata in 50 anni, ossia al 2 percento all'anno, secondo la Sezione 7 (4) della Legge sull'imposta sul reddito (EstG). A determinate condizioni, il periodo di ammortamento può essere ridotto e il beneficio fiscale esteso. Le modalità di tale operazione sono state finora controverse. Ad esempio, le autorità fiscali limitavano regolarmente questa possibilità richiedendo perizie edilizie dettagliate, non solo costose ma anche difficili da ottenere nella pratica.
La sentenza conferma ora che "il contribuente può utilizzare qualsiasi metodo di presentazione che appaia idoneo nel singolo caso per fornire le prove necessarie a dimostrare la riduzione della vita utile effettiva di un edificio utilizzato per generare reddito".